venerdì 11 settembre 2015

Ecco perchè le idee migliori ci vengono durante l'attività fisica

Quando ho bisogno di pensare o di prendere una decisione importante sono solito inforcare la mia bici o allacciarmi le scarpette e uscire a correre. Per riflettere al meglio sento infatti la necessità di stare in movimento.

Mi trovo nella medesima situazione anche quando sono in casa o mi trovo in un'aula per svolgere un corso di formazione. Quando devo far fronte a una situazione complessa o mi è stata posta una domanda impegnativa, io, naturalmente, mi alzo in piedi e inizio a camminare. Ho l'impressione che la mia mente funzioni meglio quando sono in movimento e mentre cammino i pensieri si dipanano e riesco con maggiore semplicità a essere lucido.

Così è anche per molti amici, che mi riferiscono di molte esperienze in cui hanno avuto buone idee o hanno preso decisioni importanti durante le loro ore sportive. Più e più volte mi è capitato di sentire la frase "le idee migliori mi vengono sempre quando faccio sport"! Ma perché le idee migliori capitano spesso durante l'attività fisica?


Quando svolgiamo attività fisica o semplicemente mettiamo in moto il nostro corpo nel nostro cervello si innalzano i valori di BDNF, che è un fattore a cui è collegata la neurogenesi. Più i livelli di BDNF si alzano, maggiore sarà la crescita e il mantenimento dei nostri neuroni (se il nostro cervello fosse un PC, i neuroni potrebbero essere paragonati ai microprocessori). Più i valori di DNDF saranno alti maggiore sarà quindi la crescita e il mantenimento dei nostri "microprocessori" mentali"
Per rendere più chiaro questo aspetto vi parlerò di 2 ricerche, presentate sul libro "Tecniche di resistenza interiore" del prof. Trabucchi.
  1. Il prof. Cotman, dell'università della California, ha studiato il rapporto tra attività fisica e livelli di BDNF attraverso un ingegnoso esperimento con i roditori. Come funzionava? Sono stati formati 4 gruppi di roditori, uno di questi non poteva muoversi se non all'interno della gabbia, gli altri 3 avevano a disposizione una sorta di tapis roulant sul quale correre rispettivamente per 2, 4 e 7 notti. All'inizio e termine dell'esperimento sono stati valutati e poi confrontati i valori di BDNF. I risultati? I roditori che avevano svolto attività avevano visto crescere i loro livelli in proporzione all'attività fisica svolta. Più attività avevano svolto più i loro livelli di BDNF erano cresciuti.  
  2. Il prof. Kubota della università di Handa in Giappone, ha testato il rapporto tra attività fisica e abilità mnemoniche e livelli attentivi. Per realizzare questo scopo ha testato 7 soggetti adulti,   nella vita sedentari, a cui ha richiesto di svolgere jogging per 30 minuti, tre volte la settimana. Dopo 3 settimane le abilità cognitive di questi soggetti venivano valutate e confrontate con i livelli iniziali. I risultati dimostrano come queste fossero sensibilmente migliorate, seppure peggiorassero nuovamente quando i soggetti interrompevano l'attività sportiva. 
Questi semplici esperimenti dimostrano come le nostre capacità di pensiero siano intimamente connesse con lo stato del nostro corpo e come valga l'adagio "mente sana in corpo sano". 
Credo sia ora chiaro come la nostra mente abbia la possibilità di ottenere dei vantaggi sotto molteplici aspetti durante l'attività sportiva e come questo possa spiegare perché le idee migliori arrivino proprio mentre facciamo sport.


STRESS e PERFORMANCE ATLETICA

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Autore: Cesare Picco - psicologo/psicoterapeuta e psicologo dello sport
Argomento: esistono 5 tipologie di motori mentali. Ognuno di essi ha bisogno e funziona al meglio con uno specifico livello di stress.
Conoscere il proprio motore mentale permette di comprendere cosa fare e come ottenere gli obiettivi sportivi che ci prefiggiamo.
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